Complesso di fondi Margherita Plassa

Inventario a cura di Marina Brondino (2013)

Versione integrale dell’inventario

 

Introduzione

Nel 2008, nell’ambito del progetto “Il gruppo Donne e scienza di Torino: per serbare memoria di un’esperienza che dura da trent’anni” curato dall’Associazione Archivio delle Donne in Piemonte, alcune delle protagoniste del gruppo, Anita Calcatelli, Elisabetta Donini, Monica Ferraris, Bice Fubini e Margherita Plassa, decisero di condividere le proprie carte per lasciare una traccia concreta che permettesse di ricostruire e studiare la nascita e le attività di un gruppo che non ebbe mai una organizzazione strutturata.
Questa ricerca ha rappresentato per tutte le donne coinvolte un’occasione per riflettere sulle proprie carte. Quelle salvate nonostante la mancanza di spazio, i traslochi, le pulizie stagionali, i momenti di rabbia, la voglia di cancellare dolore e tutti gli accidenti e i casi che compongono la vita di ciascuna.
Il progetto prevedeva discrezionalità illimitata nel mettere a disposizione le proprie carte, la tecnologia permetteva di ricostruire l’esperienza virtualmente, i documenti potevano tornare a casa delle proprietarie che si impegnavano solo a renderli consultabili con modalità stabilite da loro. Ma, alla fine del lavoro, vissuto coralmente in tutte le sue fasi, dopo gli incontri, le interviste, la stampa dell’inventario, davanti ai contenitori con le carte riordinate, tutte scelsero di non riportare le carte a casa, di lasciarle presso l’associazione a disposizione di tutte, perché potessero più agevolmente essere consultate e utilizzate. Anche grazie al lavoro che contemporaneamente andava svolgendo l’Associazione Archivi delle Donne in Piemonte, tutte avevano accettato e compreso il fatto che le loro carte potevano essere utili a tutti, alle donne, soprattutto alle giovani, in particolare, perché non andasse perduta la memoria di esperienze importanti.
Dopo la conclusione del progetto, Margherita Plassa non richiuse i cassetti e gli armadi che aveva aperto per tirare fuori e scegliere le carte relative alla sua esperienza nel gruppo Donne e scienza, riguardò tutto alla luce della riflessione avviata, decise di continuare a sistemare tutto il proprio archivio che decise di donare all’associazione.
Di quel periodo sono rimaste le sue annotazioni, riportate nella descrizione dei fascicoli, scritte sulle cartelline o su foglietti sparsi, un primo intervento a sostegno del lavoro di riordino che lei ha contribuito a finanziare e di cui purtroppo non ha potuto condividere lo svolgimento né vedere la conclusione.
L’Associazione Archivi delle Donne in Piemonte, nel rispetto delle scelte operate da Margherita, ha mantenuto la divisione esistente tra le carte da lei destinate al fondo Donne e scienza e quelle destinate al fondo “personale”, ma in questo inventario si è voluto riunire tutto l’archivio di Margherita Plassa, riportando, di seguito all’inventario del fondo oggetto del presente lavoro, anche una copia di quello già presentato nel 2009 tra i materiali della ricerca sul gruppo Donne e scienza (Fondo 2. Carte Margherita Plassa, pp.31-53).
Questo inventario si compone pertanto di due parti, con un indice dei nomi comune, denominate rispettivamente

Carte destinate da Margherita Plassa alla costituzione del proprio archivio personale
(1945-2012) 40 fascicoli, 11 cartelle (numerate da 5 a 15)

Carte destinate da Margherita Plassa alla costituzione dell’iperfondo Donne e Scienza
(1971-2009) 40 fascicoli, 4 cartelle (numerate da 1 a 4)

Per notizie più approfondite e specifiche sui due fondi si rimanda alla lettura delle Note archivistiche premesse a ciascuno.

I fascicoli (unità archivistiche) sono stati condizionati in cartelline con etichette riportanti la denominazione del fondo e la segnatura.
All’interno dei fascicoli i fermagli metallici e le buste in plastica, presenti in gran numero, sono stati sostituiti da camicie di conservazione in carta.
Le unità archivistiche sono state raccolte in cartelle chiuse, in cartone non acido adeguato alla conservazione di materiali documentari, (unità di conservazione) che recano sul dorso etichette con la denominazione del soggetto conservatore, la denominazione del fondo, la sigla alfanumerica dell’intervallo dei fascicoli contenuti e il numero di corda progressivo dell’unità di conservazione. Per quanto riguarda il fondo dell’archivio personale si è scelto di accodare la numerazione dei faldoni a quella precedentemente assegnata ai contenitori delle carte di Margherita del fondo Donne e scienza, per richiamare fortemente il legame tra i due, pertanto la numerazione dei contenitori fisici non segue l’ordine logico Fondo 1 – Fondo 2 bensì Fondo 1 da 5 a 15, Fondo 2 da 1 a 4. Si è deciso di non modificare la numerazione assegnata al fondo Donne e scienza per esigenze gestionali dell’associazione.
La schedatura e il riordino sono stati effettuati con il programma Guarini Archivi. L’inventario prodotto è disponibile alla consultazione sia in forma cartacea sia informatizzata in formato Word e pdf presso la sede dell’Associazione Archivio delle Donne in Piemonte.
Si è provveduto ad indicizzare (ovvero inserire in liste di autorità) i nomi di persona e le denominazioni di gruppi, partiti politici e associazioni citati nella descrizione del fascicolo. Tali elementi compaiono nell’indice analitico collocato al fondo dell’inventario cartaceo e il cui riferimento è dato dal numero di puntatore, indicato per ogni unità archivistica da un numero in corsivo sul lato destro della pagina.
Nota biografica

Nel marzo 2009 Margherita Plassa scrisse una nota autobiografica da utilizzare per l’inventario dell’iperfondo Donne e Scienza che si trascrive integralmente:
Margherita Plassa nacque a Torino nel 1934, da famiglia operaia, e conseguì nel 1958 presso l’Università di Torino la laurea in Chimica, con votazione 110/110 e menzione onorevole.
Dopo due brevi periodi come borsista all’Università e poi presso un’industria di fibre artificiali a Vercelli passò a lavorare presso un’industria meccanica medio-piccola, di Torino, che produceva particolari metallici sinterizzati; il lavoro di Plassa consistette nel creare e poi gestire un laboratorio di ricerca e controllo e nel mettere a punto processi di produzione per nuovi prodotti.
Dal gennaio 1963 passò alle dipendenze del Consiglio Nazionale delle Ricerche, in qualità di ricercatore, presso l’Istituto Dinamometrico Italiano (IDI), poi confluito nell’Istituto di Metrologia G. Colonnetti (IMGC) di Torino..
Dopo il pensionamento avvenuto nel 2002 ha continuato a tempo parziale l’attività prima presso l’IMGC e poi presso l’Istituto Nazionale di Ricerche Metrologiche (INRIM) come incaricato di ricerca a titolo gratuito.
ATTIVITA’ DI RICERCA PRESSO IL CNR
Tale attività ha riguardato presso l’IDI temi quali
– proprietà elettriche, strutturali e piezoresistive di strati sottili metallici e semiconduttori
– diodi tunnel come trasduttori di pressione
– misura di alte pressioni
mentre la creazione della Sezione Misura di massa dell’IMGC di cui fu responsabile dalla sua costituzione per vari anni ha comportato
– impostazione programmatica della ricerca metrologica nel settore della massa e di alcune
grandezze derivate
– creazione di strutture metrologiche di base nel settore della massa
– ricerche su stabilità dei campioni di massa, determinazione di proprietà di materiali, materiali speciali per campioni di massa.
A partire dal 1998 Plassa ha aperto un settore completamente nuovo in Italia, la metrologia in chimica, realizzando un laboratorio gas dedicato alla metrologia degli inquinanti gassosi.
I risultati delle ricerche sono raccolti in una novantina di pubblicazioni.
Plassa ha fatto parte di varie commissioni e comitati, di consigli scientifici, è stata responsabile di unità operative di progetti strategici, facente funzione del Direttore IMGC. E’ stata fra l’altro rappresentante italiana in comitati e gruppi di lavoro delle organizzazioni metrologiche internazionali e coordinatrice di progetti di ricerca europei.
Ha svolto attività didattica in appoggio a corsi universitari ma soprattutto in corsi di aggiornamento e specializzazione in metrologia, è stata correlatrice di tesi di laurea e dottorato, ha fatto parte di comitati scientifici di congressi internazionali, svolto attività di revisore per riviste internazionali, nel campo della normativa e dell’accreditamento di laboratori metrologici italiani e stranieri.
ATTIVITA’ NEL MOVIMENTO FEMMINISTA
Margherita Plassa ha sempre provato interesse per la politica collocandosi nell’ambito della sinistra, con un periodo di militanza negli anni sessanta.
A partire dal 1970 si è interessata attivamente al femminismo, partecipando con continuità al movimento e svolgendo attività entro vari gruppi, tra i quali si ricordano: Collettivo delle Compagne (Torino), Alternativa Femminista (Torino), Libreria delle Donne di Torino, Gruppo Donne e Scienza (Torino), Gruppo Sorelle Benso, Gruppo storico (per la storia del movimento femminista torinese), Coordinamento Nazionale Donne di Scienza, Associazione Donne e Scienza, Spazio Donne della Cascina Roccafranca (Torino).
Ha partecipato alla stesura di volantini e documenti vari, fatto presentazioni e relazioni ma in generale non ha scritto pubblicazioni in questo campo.

A completamento dell’autobiografia si associa un ricordo scritto da Anita Calcatelli, sua collega e amica, nel dicembre 2011:

“Margherita Plassa ci ha lasciato il 14 giugno 2010, dopo una grave malattia, all’età di 75 anni. Nata il 5 dicembre 1934. Margherita si è laureata in chimica nel 1958 con 110/110 e menzione onorevole. Ha iniziato a lavorare in laboratori industriali, ma nel 1963 si è trasferita al Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Dinamometrico Italiano di Torino, per svolgere attività di ricerca sulla produzione e l’applicazione di film sottili per le misure di forza e di deformazione. Nel 1970 Margherita è diventata responsabile del nuovo Reparto “Massa e volume” dell’Istituto di Metrologia G. Colonnetti-IMGC inaugurato nel 1968 (ora parte dell’istituto Nazionale di Ricerca Metrologica-INRIM). In questo ruolo, oltre ad altre attività, ha creato il laboratorio scientifico italiano per le misure primarie di massa, ha promosso lo sviluppo delle aree collaterali e ha svolto ricerche volte alla comprensione delle cause di instabilità a lungo termine dei campioni di massa di platino-iridio e quindi delle interazioni di tali campioni con l’ambiente circostante.
Margherita ha rappresentato l’Italia in vari organismi internazionali, tra cui l’importante Comitato Consultivo per la Massa (e le grandezze derivate) – CCM istituito nel 1981 e afferente al Comitato Internazionale Pesi e Misure e vi ha presieduto il gruppo di lavoro sulla massa. E’ stata molto attiva in EUROMET (ora EURAMET) nello stesso campo metrologico.
Dal 1993, data del suo avvio, Margherita è stata attiva nel Comitato Consultivo per la Quantità di Sostanza – CCQM ed ha dedicato la sua grande esperienza e competenza alle nuove sfide metrologiche nell’area della misure chimiche e biologiche. A questo scopo, ha avviato un laboratorio italiano di riferimento per l’analisi dei gas e ha sostenuto l’integrazione in INRIM di attività di caratterizzazione di materiali e ha curato l’inserimento di giovani ricercatori nelle attività metrologiche in chimica sia a livello nazionale sia a livello internazionale. La partecipazione ad attività internazionali le ha offerto la possibilità di costituire una rete tra INRIM e gli altri laboratori italiani interessati alla qualità delle misure analitiche nel campo della tutela della salute, della sicurezza alimentare e dell’ambiente, secondo i mandati di direttive comunitarie, come l’Istituto Superiore di Sanità e l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Inoltre, Margherita ha attivamente promosso il trasferimento dell’impostazione metrologica a vari settori delle attività umane, con molteplici iniziative come formazione, traduzione di guide e documenti pertinenti per uso nella pratica laboratoriale italiana, tra cui la Guida EURACHEM su incertezza di misura. Ha partecipato a verifiche di laboratori di taratura in Italia e all’estero.
Fin dal mio ingresso all’Istituto Dinamometrico Italiano ho frequentato Margherita sia nell’ambito dell’attività di ricerca sia al di fuori condividendo molti entusiasmi, ma anche parecchie delusioni. Insieme abbiamo svolto ricerche sui film sottili entusiasmandoci per la fisica dello stato solido, al punto che nell’intervallo di mezzogiorno anziché andare a pranzo studiavamo i vari libri scientifici sull’argomento discutendo e cercando di trasferire nella pratica di laboratorio quanto si veniva apprendendo, perché i libri erano i nostri veri maestri. Ogni tanto Margherita, alzando gli occhi dal libro e guardandomi in faccia, poneva delle domande non solo sull’argomento scientifico ma anche sollecitando il confronto su molti aspetti della vita di ogni giorno e principalmente sulle situazioni politiche e soprattutto sulla condizione delle donne in Italia confrontando i nostri pensieri con quanto veniva nascendo e si sviluppava in altri Paesi.
In particolare quando mi trovavo all’estero mi scriveva frequenti lettere informandomi non solo di ciò che si faceva in istituto ma anche di ciò che capitava nel Paese. In particolare ne ricordo una lettera che mi scrisse nel lontano 1971 in risposta a quanto le avevo scritto circa i miei contatti con le donne femministe di Boston. “ … dai torna presto perché anche da noi sta sorgendo qualcosa”. Per noi era urgente che le donne si organizzassero per incontrasi ed analizzare la loro condizione sia nella vita personale sia nel lavoro. E, infatti, al ritorno incominciai a frequentare il gruppo che si era costituito a Torino e quindi con Margherita si iniziò un rapporto molto stretto non solo di amicizia ma di vera sorellanza. Insieme abbiamo fatto tante cose, per esempio ci siamo occupate del rapporto donne e scienza sia nel piccolo gruppo nato su spinta delle amiche dell’Università di Torino sia a livello nazionale partecipando al Coordinamento Donne e Scienza e poi all’Associazione.
Margherita aveva sempre un’immagine positiva della donna in ambito scientifico e tecnologico. Insieme abbiamo svolto indagini sul rapporto donna e tecnologia e insieme scrivemmo qualche analisi del tipo: “donne e tecnologia, una relazione possibile e lavoro anche divertente”. Margherita amava le attività di tipo tecnologico e sovente parlava del piacere che proviene da un tale lavoro perché si “fa un lavoro che ha applicazioni pratiche, che non si propone solo di investigare sul mondo, ma di fabbricare delle cose. Non si vuole solamente sapere, ma fare. Ci sono persone che trovano questo fare altrettanto eccitante del soddisfare la curiosità di sapere le cause di un fenomeno”.
Con Margherita si osservava “che se le donne sono poche in campo tecnologico anche se considerevolmente aumentate negli ultimi anni, è lecito avere almeno il sospetto che il piccolo numero di donne che operano in campo tecnologico non nasca da libere scelte ma vada collegato ad alcuni condizionamenti connessi con i modelli di vita che sono forniti alle ragazze ed ai ragazzi dalle loro famiglie, dalla scuola e dalla società così come dalla mancanza di volontà politica di cambiare”.
Margherita era veramente convinta che, nonostante tutti questi problemi, se si ha inclinazione a questo tipo di lavoro si possono avere molte soddisfazioni.
Una di queste soddisfazioni consiste nel vedere applicato in pratica qualcosa che si è progettato e realizzato.
Amava citare Primo Levi (La chiave a stella) “il termine ‘libertà ha notoriamente molti sensi, ma forse il tipo di libertà più accessibile, più goduto soggettivamente, e più utile al consorzio umano, coincide con l’essere competenti nel proprio lavoro, e quindi nel provare piacere a svolgerlo”.
E questo ci dice molto sull’amore di Margherita per la sua attività e di come fosse convinta della necessità per le donne di poter fare una scelta libera da condizionamenti.”