Quaderno di storia contemporanea n. 40: “Storie di genere” – Laurana Lajolo

Il n. 40 del “Quaderno di storia contemporanea”, numero monografico, è il risultato di un seminario su Storie di genere, coordinato da Luisa Passerini e a cui hanno collaborato studiose e giovani ricercatrici in uno scambio fecondo intergenerazionale di esperienze e sguardi sui temi trattati. Si è partiti da una riflessione collettiva avendo come fine quello di costruire il contenuto di un numero della rivista attraverso un approccio originale di ricerche e studi tematici.

Storie di genere propone, infatti, una rivisitazione critica e non convenzionale della storia dei femminismi e della metodologia delle storie di genere per proiettarsi sui temi che agitano la discussione attuale con riferimento al lesbismo, al transgenderismo, alle identità delle immigrate dal sud del mondo. E vengono sottolineate la pluralità delle concezioni e delle categorie femministe.

Le ricerche pubblicate ridefiniscono la categoria di genere e si interrogano sull’incontro incompiuto tra femminismi e politica a partire dagli anni Ottanta. La radicale trasformazione della soggettività femminile e dei rapporti tra i sessi, con lo spostamento dei confini tra privato e pubblico, ha già prodotto negli anni Settanta la rottura con le istituzioni politiche, da cui i movimenti femministi si sono autoesclusi.

I contributi presenti nel “Quaderno”  si interrogano dunque sulle nuove domande di cittadinanza oggi aperte nella società occidentale, che vanno oltre alle differenze di genere degli anni passati per includere le differenze di identità e di culture attraverso le esperienze delle donne straniere in Italia. Evidenziano, infatti, come nel presente ci sia un rinnovato bisogno di presenza femminile nella politica. anche perché la nostra democrazia si potrà considerare compiuta soltanto quando si sostanzierà nel binomio uguaglianza e differenza nella definizione della cittadinanza, riconoscendo pienamente non solo i diritti delle donne, ma di tutti quelli dichiarati “diversi” dagli stereotipi sociali.