Isa della Claude. Storia di una donna e di una fabbrica – Graziella Gaballo

   Si tratta di una storia in cui si intrecciano la vita di un’ operaia e sindacalista e quella di una fabbrica di lampadine –  una delle tante che ha caratterizzato per parecchi decenni del Novecento la produzione industriale di Novi Ligure (Al)  e del novese –  e si basa sul  testo  di una lunga intervista a questa donna (Isa Albasio)  in cui è   la selettività  della memoria a dar luce  e  significato  agli episodi  raccontati, ma in cui la  memoria  individuale  e soggettiva è anche fortemente strutturata da una memoria collettiva, storica e di classe.
    Dal racconto di Isa emerge in primo luogo la storia sindacale della fabbrica, dall’iniziale assenza di tutela alla nascita della prima commissione interna, dal costituirsi dei consigli dei delegati di reparto alle lotte sindacali per la difesa dei posti di lavoro, fino alla chiusura della fabbrica stessa; ma emergono anche tanti altri punti di riflessione: l’orgoglio professionale, di chi parla del proprio lavoro come se fosse un attività artigianale e vede oggettivate nella merce prodotta le proprie capacità; l’intreccio tra sfera lavorativa e sfera domestica; le reti di relazioni costruite in fabbrica; la solidarietà – intorno agli scioperi e alle occupazioni – manifestata dalla popolazione, dagli amministratori locali e dai parlamentari della zona.
    La sua testimonianza ci restituisce la storia di quel mondo, da cui ci separano pochi decenni e che sembra però così lontano: come si viveva in fabbrica, quali erano i rapporti con le altre lavoratrici e quali quelli con il padrone, come nasce e si radica a poco a poco una coscienza sindacale e come si ottengano faticosamente conquiste piccole e grandi attraverso azioni di lotta coerenti e determinate. E anche la storia di quella generazione di donne che si sono conquistate il diritto al lavoro e che, grazie a questo diritto, hanno visto cambiare le loro vite, la famiglia, la società.
    Una storia di vita, insomma, che offre molti e variegati spunti di riflessione sul ruolo e le trasformazioni del lavoro femminile, sulla costruzione di una classe operaia protagonista della vita sociale, sul contributo che il lavoro può dare alla realizzazione di una identità e che permette di leggere questi ed altri processi e  mutamenti  attraverso linguaggi e percorsi di una soggettività, portatrice anche di uno sguardo di genere.

Graziella Gaballo
Graziella Gaballo, già insegnante di materie letterarie,  é ricercatrice storica e collaboratrice dell’Istituto per la Storia della resistenza e della società contemporanea in provincia di Alessandria,  redattrice di “Quaderno di storia contemporanea” e socia della Società italiana delle Storiche (Sis) e della Società Italiana  per lo studio della Storia Contemporanea (Sissco).
Si è occupata, in particolare, di storia di genere, storia resistenziale e  didattica della storia e su questi temi ha pubblicato numerosi saggi e  monografie.
Tra le pubblicazioni più recenti si ricordano:
– “Sebbene che siete lontani, o forse per quello… Lettere di Letizia e Natale Lugano a Flora e Sisto Leoncini (Volpedo-Torino, 1903-1913)” (con Pietro Porta), 2007
– “Lina Borgo Guenna. Un’esperienza educativa laic”a (con Agnese Argenta, Laurana Lajolo, Luciana Ziruolo), Israt, Asti 2009 (primo premio FIDAPA “Adriana Lazzerini”, Torino 2009)
– “Ti c’a t’è stüdiò, scriva carcossa. Per un studio dell’emigrazione in Val Curone” (con Mario Dallocchio e Maria Grazia Milani), Centro di Documentazione della Comunità Montana Valli Curone, Grue e Ossona, 2009
– “Il partigiano Fieri. Da Frassineto Po alla montagna”, Le Mani, Recco 2010