Memorie al vetriolo: storie di donne dalle fonti giudiziarie biellesi – Elena Rizzato

 

Le fonti giudiziarie tramandano, per via della loro stessa natura, la memoria di storie tanto più dolorose quanto maggiore è la gravità del reato all’origine del procedimento testimoniato dalle carte. Nell’ambito di tale vasto e articolato corpus documentario i fascicoli penali in cui i capi di imputazione sono rivolti contro donne, sebbene siano nettamente inferiori per il numero e per la varietà delle fattispecie di reati rispetto a quelli riguardanti invece uomini, certamente non sono tali dal punto di vista della rappresentatività, poiché offrono ai ricercatori la possibilità di ricostruire il vissuto femminile all’interno di spazi tradizionalmente assegnati in maniera esclusiva alla donna e, come tali, di per sé oggetto di scarso interesse sociale ovvero protetti da barriere difficili da oltrepassare. I casi giudiziari in cui la donna assume, anche se in negativo, un ruolo da protagonista affiancano quelli, ancor più numerosi, in cui la figura femminile non è attrice, bensì vittima, più raramente soltanto testimone, dell’episodio criminale narrato dai documenti. Un esame attento dei fascicoli giudiziari consente dunque di spingere lo sguardo indietro nel tempo per ricomporre storie di donne nelle quali la differenza di genere rappresenta sovente la componente essenziale, la vera ragion d’essere di vicende delittuose che si sono fatte strada nell’immaginario collettivo nel momento in cui si sono svolte e che ancor oggi sono in grado di “sfregiare” la coscienza e la sensibilità del lettore, così come fece il vetriolo gettato sul volto degli ex amanti da vendicative signore in nero sedotte e abbandonate del tempo che fu.

Elena Rizzato, laureata in Lettere classiche presso l’Università degli Studi di Torino e diplomata alla scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica annessa all’Archivio di Stato di Torino, ha mosso i primi passi nel mondo degli archivi storici a Casale Monferrato grazie ad una borsa di studio messa a disposizione dalla locale amministrazione comunale. Dopo aver maturato diverse esperienze nei servizi culturali del territorio biellese, dal 2006 lavora come archivista per il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo presso l’Archivio di Stato di Biella, dove si dedica in particolar modo alle iniziative di valorizzazione del patrimonio attraverso la didattica per adulti e studenti delle scuole di ogni ordine e grado.