Fondo Agnese Piccirillo

Inventario a cura di Sara Rivoira (2011)

Versione integrale dell’inventario

 

Nota biografica

Agnese Piccirillo nasce a Pontebba (UD) il 30 aprile 1942; grazie a una borsa di studio si trasferisce a Torino in collegio, dove nel novembre del 1969 si laurea in fisica, con una tesi sui mesoni ko.

Nell’aprile dell’anno successivo è assunta come ricercatrice al Centro Studi e Laboratori Telecomunicazioni (CSELT) della Sip (ex Telecom Italia) e nel corso dei primi due anni circa lavora nel gruppo che si occupa di teoria e modelli di traffico telefonico.

Dal 1972 al 1985 si occupa di Fisica dei meccanismi di guasto dei dispositivi elettronici e elettroottici a semiconduttore; dal 1986 al 1992 è responsabile dei Laboratori di microelettronica; dal 1993 al 1998 è responsabile del Gruppo per la progettazione e realizzazione degli amplificatori ottici a semiconduttore; dal 1999 al marzo del 2001 è responsabile del Gruppo Affidabilità dei componenti ottici attivi e passivi delle reti ottiche. Nell’ambito di queste ultime attività diventa responsabile di alcuni progetti internazionali.

Dal 1980 al 2006 insegna al Politecnico di Torino Tecnologie e Affidabilità dei dispositivi a semiconduttore per i corsi di Elettronica e Scienza dei materiali.

Agnese si avvicina al femminismo nell’autunno del 1975, dopo aver preso contatto con Angela Miglietti – di cui aveva trovato su <<Effe>> l’indirizzo – che la introduce nel gruppo di Presa di coscienza. Molto importanti per il suo percorso sono stati i contatti con le donne di Psychanalyse et Politique che avevano approfondito tematiche sull’inconscio, la vita tra donne e il rapporto con la madre. Segue inoltre i lavori del Collettivo/Gruppo storico – sorto nel 1976, fu noto con questo nome poiché si dedicò alla raccolta della storia dei gruppi di donne a Torino – che nel 1996 cura il testo Femminismi a Torino1, nel quale Agnese pubblica un contributo.

A partire dalla metà degli anni Settanta del Novecento collabora con Radio Torino Alternativa (RTA) alla trasmissione radiofonica Donne nella letteratura, nel 1983 partecipa all’organizzazione e al coordinamento della prima conferenza internazionale su donne e lavoro nei paesi industrializzati intitolata Produrre e Riprodurre, in particolare nell’ambito del gruppo Nuove identità.

Collabora inoltre alle riviste «Il bollettino delle donne» di Torino e «Lapis» di Milano.

Partecipa al Gruppo Donne e Scienza di Torino, per il quale segue gli incontri nazionali del Coordinamento Donne di Scienza – Centro di documentazione ricerca e iniziativa delle donne, istituzione ufficiale del Comune di Bologna, costituita nel 1981 per promuovere la cultura e la politica femminile, che include anche gruppi di donne professionalmente impegnate in natural science research.

Nel 1995 è fra le fondatrici a Torino dell’Associazione intitolata a Piera Zumaglino costituita con l’intento di raccogliere, conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza dei documenti prodotti dai movimenti femministi, nonché i documenti significativi per la storia delle donne e di promuovere e favorire le attività di ricerca e di studio sulla storia delle donne e del femminismo. Nel settembre dello stesso anno partecipa alla IV Conferenza mondiale delle donne, che si tiene a Beijing in Cina, in quell’occasione cura un articolo per «Il Foglio del paese delle Donne» del 19 settembre 1995, dal titolo “La Cina alla vigilia della Conferenza ONU” relativa alla rassegna stampa dal «China Daily».

Scrive sotto lo pseudonimo di Agnese Seranis, oltre a numerosi articoli è autrice di tre romanzi: Io, la strada e la luce di luna (Edizioni Del Leone, Venezia, 1988) ristampato nel 2007 col titolo Smarrirsi in pensieri lunari (editore Graus, Napoli); Il filo di un discorso (Eura Press, Milano,1997) e Clarissa (Edizioni Nuove Scritture, Milano 2005).

Insieme a Sara Sesti e Liliana Moro è autrice di Discorsi in libertà sulla scienza e con altre docenti dell’Università delle donne di Milano di Lo snodo dell’origine: discorsi aperti (edizioni Libera Università delle Donne, Milano 2007).

Nel 2009 è stato pubblicato postumo il libro Joëlle (C.S. coop. Studi, Torino), storia dell’infanzia e della formazione di Agnese.

Agnese muore a Torino il 2 marzo 2008.

 

Nota archivistica

Le carte che costituiscono il fondo sono state donate all’Archivio Piera Zumaglino, che nel 2011 le ha affidate in deposito con specifica convenzione all’Archivio delle Donne in Piemonte, che ne cura la catalogazione e conservazione.

Si tratta di documenti che coprono un arco cronologico che va dal 1965 al 2007 e che sono stati prodotti o acquisiti da Agnese Piccirillo nella sua partecipazione a gruppi femministi e di donne o in relazione ai suoi interessi personali.

Si conservano carte eterogenee quali appunti, materiali di studio e di lavoro, copie fotostatiche di articoli, corrispondenza frammentaria, articoli di rassegna stampa, materiale bibliografico. In occasione del versamento dell’archivio all’ADP sono state donate anche copie (numeri singoli e collezioni incomplete) di riviste femministe.

I documenti, raccolti in tre scatoloni, non avevano un ordinamento preciso ed erano conservati in parte in cartelline di carta e di plastica a carattere tematico in parte alla rinfusa. Sulla base del presente riordino, le carte sono state raccolte in 68 unità strutturate in 9 serie tipologiche e 2 sottoserie. Tali serie, che corrispondono a diversi ambiti di attività, a settori di interesse, a raccolte documentarie (come i fascicoli di rassegna stampa) e documentazione miscellanea, sono: Autocoscienza e psicoanalisi; Coordinamento Donne di Scienza; Associazione Piera Zumaglino; Attività varie: centri delle donne, convegni, incontri e manifestazioni; IV Conferenza mondiale delle Donne – Beijing (Cina) 1995; Cinema, arte e letteratura; Varie e corrispondenza; Materiale bibliografico, testi e stampati; Rassegna stampa e periodici; Libri.

Le serie Cinema, arte e letteratura è stata inoltre suddivisa in sottoserie, per meglio delineare ambiti e materiali fra loro diversi.

Il lavoro di schedatura e riordino è stato effettuato per mezzo dell’applicativo Guarini Archivi, assegnando un numero di corda unico alle unità archivistiche che costituiscono il fondo. . Si è provveduto al riordino fisico e al condizionamento dei documenti in cartelline di carta, su cui sono state applicate delle etichette con il numero progressivo corrispondente al numero definitivo di inventario.

Sono stati inoltre a indicizzati i nomi di persona e di Enti citati nel contenuto delle unità. Tali elementi compaiono nell’indice dei nomi collocato al fondo dell’inventario.

 

1 P. Zumaglino, Femminismi a Torino, intr. di I. Damilano e contributi di A. Miglietti, A. Piccirillo, , Milano, Franco Angeli, 1996.